
giovedì 3 Maggio , 2018
Vertigo Part 1
La mostra, che prende il titolo dal famoso film “VERTIGO” (1958, titolo italiano "La donna che visse due volte") di Alfred Hitchcock e dalla nota patologia, vedrà esposte opere di diversi autori tra cui Gabriele Basilico, Giovanni Gastel, Angela Lo Priore, Arno Rafael Minkkinen, Elena Franco, Pietro Privitera, Giada Ripa e nella seconda parte, di altri artisti e pittori italiani ed internazionali, affronta visivamente il senso di caducità, di precario equilibrio ed attrazione verso il vuoto, caratteristici della società contemporanea. Nel film cult di Hitchcock il regista ci immerge sin dai titoli di testa nell'atmosfera da incubo e nelle tematiche della vicenda facendo comparire una spirale rotante che si moltiplica all'infinito nella pupilla di Kim Novak, attrice protagonista nei panni di Madeleine. Le spirali rotanti, ispirate al regista da una breve pellicola Surreal-Dada' girata da Marcel Duchamp ("Anémic Cinéma") nel 1926, rappresentano le vertigini, associate a paura estrema dell'altezza, di cui soffre il protagonista Scottie, interpretato da James Stewart, nonché la circolarità della storia d'amore tra i protagonisti, così come le volute misteriose dell'inconscio umano. La paura di cadere e di essere trascinati in una spirale inevitabile è sempre bilanciata dall'attrazione verso il vuoto e l'assenza di gravità, verso il mistero ed il non-conosciuto. Gli autori selezionati rappresentano con diverse modalità queste tematiche attraverso variegate declinazioni del concetto di Vertigine, dal vortex sentimentale, alla vertigine architettonica e spaziale a quella di matrice esistenziale e onirica. Dalle destabilizzanti prospettive diagonali delle città di GABRIELE BASILICO alle misteriose donne di ANGELA LO PRIORE, risucchiate da scale vorticose in palazzi affascinanti, dagli autoritratti nudi e sospesi nel vuoto di ARNO RAFAEL MINKKINEN a quelli spaesanti realizzati in luoghi disabitati da GIADA RIPA, dal fragile equilibrio delle modelle di GIOVANNI GASTEL alle sospese e dettagliate architetture di antichi ospedali fissate dall'acuto obiettivo di ELENA FRANCO e dalle oniriche e surreali immagini scattate col cellulare da PIETRO PRIVITERA siamo trasportati in dimensioni visive inusuali, anomale e spiazzanti.
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