
giovedì 12 Giugno , 2014
Turi Simeti
Dal 12 giugno al 20 luglio 2014 Ersel ospita presso la sede di Piazza Solferino a Torino una personale dell’artista Turi Simeti (Alcamo, 1929) a cura di Matteo Lampertico e Valerio Tazzetti. L’esposizione abbraccia tutto l’arco della sua attività, a partire dai primi anni Sessanta fino ai giorni d’oggi e offre l’opportunità di seguire il percorso creativo dell’artista siciliano, esponente di spicco dello Spazialismo italiano. Con questo termine si fa riferimento ad un gruppo di artisti attivi negli anni Sessanta, nel solco delle ricerche iniziate da Lucio Fontana e Piero Manzoni. Fra gli esponenti più noti si possono ricordare Enrico Castellani, Franco Scheggi, Agostino Bonalumi e Dadamaino. Questi artisti condividono il rifiuto della poetica informale, che aveva dominato la scena artistica europea negli anni Cinquanta, e propugnano una pittura rigorosamente monocroma, in cui la spazialità viene affidata alla effettiva tridimensionalità della superficie piuttosto che ad artifici pittorici o prospettici. Queste posizioni sono condivise anche da altri giovani artisti europei, ad esempio i tedeschi del gruppo Zero (Mack, Uecker, Piene) che espongono in diverse occasioni in Italia, prima presso la galleria Azimut, fondata da Piero Manzoni, e poi nella mostra collettiva intitolata “Zero Avangarde”, tenutasi nel 1965 prima nello studio di Lucio Fontana a Milano e poi in altre città italiane. Proprio questa mostra, a cui Turi Simeti partecipa e di cui sono visibili in esposizione i manifesti originali, costituisce un momento fondamentale per la diffusione di una “nuova concezione artistica”, termine, quest’ultimo, coniato dallo stesso Piero Manzoni. Dopo queste esperienze, il percorso di Turi Simeti si sviluppa con esemplare coerenza nei decenni successivi. L’artista prosegue nella sua ricerca aggiungendo elementi d’interferenza e continuità alla semplicità dei suoi monocromi. Le estroflessioni aggettanti, spesso decentrate e di forma ovale, scandiscono ritmicamente la superficie dei suoi dipinti trasformandoli in rilievi plastici. Grazie ai contatti con gli artisti tedeschi, espone frequentemente in Germania ed in Svizzera nel corso degli anni Settanta (Zurigo, Bochum, Monaco, Basilea, Duesseldorf). Non sorprende perciò che le sue opere siano presenti in numerosi musei tedeschi, oltreché naturalmente in importanti collezioni private e pubbliche italiane (GAM, Torino; CIMAC, Milano). Negli ultimi tempi, la sua opera è stata oggetto di alcune mostre personali a Londra e New York. Recentemente alcune sue opere sono state presentate nella retrospettiva del gruppo Zero tenutasi a Milano presso la galleria Stein a Milano. Hanno scritto di lui, fra gli altri, Gillo Dorfles, Nello Ponente, Umbro Apollonio, Luciano Caramel, Francesco Tedeschi.
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