mercoledì 27 Febbraio , 2008
The Stones of Cairo
Luca Campigotto (Venezia 1962), laureato in storia moderna, dalla metà degli anni Ottanta ha realizzato numerosi progetti di ricerca su Venezia, Roma, Napoli Londra, New York, Chicago, la strada delle Casbah in Marocco, Angkor in Cambogia, il deserto di Atacama in Cile, la Patagonia, l’Isola di Pasqua, lo Yemen, la Lapponia. Photo&Contemporary è lieta di presentare una selezione di lavori fotografici realizzati negli anni Novanta che catturano una città molto forte e dalla straordinaria stratificazione architettonica: Il Cairo. Dalla piana delle Grandi Piramidi di Giza fino al dedalo del Bazar di Khan El-Khalili nel cuore della Cairo Islamica, passando per la Città dei Morti e le monumentali tombe dei Mammelucchi, scorrono scenari cristallizzati nel tempo, fotografati spesso di notte quando l'irregolarità dell'illuminazione notturna trasforma la città in una gigantesca scenografia. Il Cairo, luogo misterioso che racchiude in sé l'enigma delle Piramidi è luogo caotico, ricco di mille suggestioni dove si avverte il senso e il profumo della Storia. Una città millenaria, uno degli snodi cruciali del mondo, la punta d'Oriente in Africa, perenne crocevia di viaggiatori, mercanti e soldati d'Occidente, una megalopoli moderna che nel proprio cuore antico conserva un teatro del tempo. Scrive Achille Bonito Oliva nel testo d’introduzione del volume edito da Peliti Associati, Roma: “Il nitore concettuale viene evidenziato dall’impiego costante di una luce disegnata, da forme piatte e conchiuse che restituiscono a tutto tondo i riferimento alla realtà esterna: piramidi di Menfi, Saqquara, il cimitero del Cairo e scene notturne di mercato, innumerevoli tracce di un territorio antropologico che è quello della cultura mediterranea, con affondi verso altre referenze che vagano in un universo di limpidezza e di luminosa creatività”. Le piramidi si stagliano contro il nero del cielo ed acquistano ancor più forza e mistero: nel contrasto del bianco e del nero, questi mitici monumenti appaiono in tutta la loro grandiosità, carichi di storia e suggestione. Per la realizzazione di queste immagini Luca Campigotto dice di essersi divertito a pensarsi in un’epoca che non era la sua. Immagini, non fotografie. In bianco e nero, all’antico autorevole modo. Sue opere fanno parte di importanti collezioni private e pubbliche, tra cui: Maison Européenne de la Photographie, Paris; Canadian Centre for Architecture, Montreal; Progressive Collection, Cleveland; Margulies Collection, Miami; The Sagamore Collection, Miami; Collezione Unicredit, Milano; Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino; Metropolitana di Napoli; Museo Fortuny, Venezia; MAXXI, Roma; Museo d’Arte Moderna e Contemporanea, Varese; Galleria Civica, Modena; Museo della Fotografia, Cinisello Balsamo; Museo Civico, Riva del Garda, CRAF, Spilimbergo.
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