
venerdì 2 Dicembre , 2016
Simmetrie dell’invisibile
“SIMMETRIE DELL’INVISIBILE” Antonio Calderara e Silvio Wolf Photo&Contemporary è lieta di presentare alcune rare opere astratte di ANTONIO CALDERARA (1903-1978), relative al periodo della sua maturità, intorno alla fine degli anni ’60 - inizio degli anni ’70, in dialogo con gli Orizzonti di SILVIO WOLF (1952) nella mostra che avrà luogo in galleria a partire dal 1 Dicembre p.v. fino al 21 Gennaio 2017, come seguito ideale e approfondimento della mostra Origini. Gli Orizzonti nell’Idea di Luce di S.Wolf tenuta quest’anno presso la Fondazione Calderara a Vacciago di Ameno (NO), a cura di Cristina Casero. Calderara ha infatti realizzato dipinti ad olio su tela, acquarelli e serigrafie intitolati “Orizzonte”, nei quali l’uso della luce è finalizzato a forzare i limiti della visione per spingersi oltre il percepibile in una tensione verso il trascendente, oltre l’esperienza estetica e la misura umana. Entrambi gli artisti s’interrogano, attraverso tecniche e modalità di ricerca differenti, sulla soglia della percezione, giungendo ad individuare nella luce e nelle rare e determinanti linee ortogonali gli elementi di una sintesi astratta del mondo sensibile. Mentre Calderara parte dal referente visivo lacustre (l’amato lago d’Orta) con le nette linee di separazione tra acqua e cielo, sviluppando una ricerca volta a individuare i costituenti primari del rapporto tra realtà e astrazione, Wolf utilizza materiali di scarto del processo fotografico per rivelare scritture di luce auto-generate durante il processo di caricamento dell’apparecchio fotografico. Queste manifestazioni della luce impresse nella materia foto-sensibile sono immagini pre-fotografiche, forme latenti attive prima dell’incontro con lo sguardo e l’esperienza del soggetto. Gli obiettivi primari della pittura intimista, discreta, quasi segreta di Calderara sono la rappresentazione dello Spazio, la traduzione della Luce, l’espressione del Silenzio e la ricerca del Sublime; gli elementi tecnici e costitutivi per giungere a questa sua sottile magia pittorica sono la stesura omogenea su piccole tavole di legno molto levigate, la patina lucente e le delicate trasparenze. Per Wolf gli Orizzonti sono immagini ultimative dell’esistente visibile ridotto alle radici del linguaggio, in grado di offrire l’immagine fotografica più oggettiva e paradossalmente anche più astratta, dove -l'oggetto e l’immagine dell’oggetto- coincidono generando modelli di realtà al limite tra la luce e la sua assenza, tra materia e linguaggio. La pratica pittorica di Calderara abbandona nel corso del tempo la figurazione e ogni altro soggetto per concentrarsi sulla rappresentazione del paesaggio, semplificando le architetture e gli elementi caratterizzanti fino a ridurli a poche linee orizzontali e verticali nello spazio, verso il conseguimento di un’immagine totalmente astratta, perché priva di legame retinico con la realtà. Wolf a sua volta s’interroga su cosa significhi il termine astratto, là dove gli statuti della fotografia mantengono un inscindibile cordone ombelicale con la realtà. A suo avviso esso indica l’astrazione dal fiume del tempo: un frammento temporale immoto e sospeso, immerso in un infinito e assoluto presente. Il mezzo fotografico può indicare una visione astratta dal Reale alludendo a interpretazioni non retiniche del visibile, forme sovra-sensibili, immagini mentali che in esso si riconoscono simbolicamente. L’opera di Calderara è unica per la sua silenziosa purezza, il rigore esigente, la capacità di tradurre lo spazio mentale della luce in toni impercettibilmente accostati. Quella di Wolf è pura interpretazione della luce fotograficamente rivelata: una soglia resa visibile, il luogo reale e immateriale rappresentato attraverso un processo d’esperienza e transizione, perché “tutta la vita è un continuo attraversamento di soglie”.
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