
giovedì 29 Marzo , 2007
Mystic Body
The Mystic Body è il titolo della mostra di Patrizia Guerresi Maïmouna che si inaugura il 28 Marzo 2007 presso la galleria Photo&Contemporary di Torino. Scultrice, autrice di video ed installazioni, l’artista veronese “agisce attraverso il mito, il sacro e la dimensione del femminile che appare da frammenti e da parti significative di un corpo umano che diviene anche corpo religioso e mistico”; così scrive Francesca Alfano Miglietti nel catalogo che dà il titolo anche alla mostra : “The Mystic Body”. Sono esposte installazioni, fotografie e video: l’artista ha concepito questa mostra come rappresentazione di due stazioni mistiche, allestite in due sale differenti: una con opere bianche, l’altra con opere scure. Nella stanza delle opere bianche (che ricorda la ritualità islamica ), si erge come un grande muro divisorio, un’installazione di grande effetto ed impatto dal titolo “Wall”, composta da bianchi scaffali in legno che contengono dozzine di scarpe realizzate in resina bianca; sono oggetti raffreddati e omologati dal colore bianco, ma che mantengono l’energia della moltitudine delle persone che le hanno indossate. Sulla parete, una grande foto in bianco e nero “ The Virgin of the book” rappresenta una donna che indica le lettere “alif la min “ presenti all’inizio di molti versetti coranici. Conclude il percorso, il video “La Via del Latte”, un’installazione composta da una grande ciotola colma di latte sulla quale vengono proiettate due mani che cercano continuamente di togliere il latte senza mai consumarlo, una metafora del pozzo infinito di luce. Nella stanza delle opere scure, ci si sofferma all’improvviso davanti alla “Fathima”, opera fotografica che attrae per la profondità a la forza energetica spirituale, un corpo alcova che si trasforma come una cappella buia. A fianco, il polittico fotografico “Constellation” rappresenta delle mani scure che vagano nell’universo con alcuni segni bianchi sulle punte delle dita che appaiono come fonti luminose. A pavimento, le sculture “Black Kuntas” raffigurano tre donne in resina nera dai lineamenti africani con la bisettrice bianca sul volto, coperte da ampie tuniche che nascondono le membra raccolte, creando un gioco corposo, ma equilibrato di masse. Di fronte altre due sculture bianche, “White Kuntas”, rappresentano due donne velate, chine in posizione di meditazione . In mostra è inoltre presente un’opera recentemente esposta al Museo di Atlanta, il trittico “Light Signs Faces”: il corpo come luogo dell’Universo, il segno come astrazione simbolica.. Patrizia Guerresi Maïmouna è un’artista che induce alla meditazione e che porta il visitatore ad entrare in una spirale energetica estatica, mai dottrinale: mette a confronto linguaggi mistici differenti, li miscela, per poi farli riapparire come per incanto in un mondo nuovo, dove la simbologia dell’etica è il valore universale. L’artista partecipa dal 24 marzo 2007 con una nuova installazione “Gli Stiliti”, alla mostra “Il Settimo Splendore-La modernità della malinconia” curata da Giorgio Cortenova nel nuovo museo “Palazzo della Ragione” a Verona.
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