ARTISSIMA 2017
ARTISSIMA 2017 Paesaggio e presenza umana Per Artissima 2017 Photo & Contemporary presenta uno stand progettato come un group-show che investiga alcuni concetti legati alla relazione tra paesaggio (urbano e naturale) e presenza umana. Iniziando dalla parete di destra i lavori del maestro francese Georges Rousse presentano il suo peculiare modo di approcciare gli spazi cittadini abbandonati e in via di rinnovamento come set ideali per le sue “Anamorfosi” costruite attraverso una stesura di colori dentro gli spazi fino a formare le geometrie volute e visibili esclusivamente dal punto di vista della sua fotocamera. Lavori site specific che sintetizzano i linguaggi della pittura astratta, dell'installazione e della fotografia. A seguire un paesaggio di Thomas Wrede, della serie “Real Landscapes”, ci introduce in un mondo visionario e fittizio, costruito dal fotografo usando elementi in miniatura tratti dal modellismo ed ispirato alla pittura romantica. Al grande realismo è ispirato invece l'indagine condotta da Pablo Balbontin nella sua serie intitolata “Media Hora” (mezz'ora) e dedicata agli edifici anonimi che in Spagna ospitano postriboli. Una cruda realtà umana è qui documentata attraverso uno sguardo critico e distaccato che cerca nel rapporto con i paesaggi suburbani un momento di verità. Le fotografie di Luigi Ghirri ci introducono invece ad una visione della realtà che attraverso il mezzo fotografico si fa poetica, all'interno di una percorso diaristico in cui ogni immagine appare come un appunto, un'idea o una scena di vita vissuta. Di altro avviso è invece il lavoro di Nils-Udo caratterizzato dalla costruzione di installazioni di rara bellezza e fragilità dentro paesaggi naturali che fanno da sfondo, ma anche da custodi, di queste costruzioni realizzate esclusivamente usando elementi naturali: arbusti, fiori, alberi, pietre... Al suo fianco appare la Tokyo di Betta Gancia, così come appare al suo occhio meccanico una volta che lo fa danzare di notte davanti alle luci della città. La metropoli perde ogni sua riconoscibilità e nel buio appaiono le luci in movimento di edifici ormai trasformati in disegni di luce. Usando Instagram e la sua estetica, Pietro Privitera reintroduce una riflessione sulla fotografia istantanea dopo la fine di Polaroid e l'avvento dei telefonini e dei social network. Il rapporto con la città, con I luoghi di un diario che contempla oltre 800 fotografie in 3 anni di lavoro, diventa il simbolo di una nuova diaristica segnata dalla bulimia di uno sguardo che vuole registrare tutto e tutto condividere. Con la sua lavorazione certosina delle immagini Pietro Privitera introduce un'estetica alta in un mezzo popolare come instagram, creando un progetto ad hoc per quel mezzo: ciò gli è valso il plauso della nota rivista Il Giornale dell'Arte che gli ha dedicato di recente tre pagine e la pubblicazione di un saggio che è alla base di questa ricerca (Instaroid o Polagram). La mostra si chiude con le performance con le quali Arno Rafael Minkkinen installa il proprio corpo nella natura: sono tutti autoritratti del proprio corpo nudo che incontra paesaggi e luoghi e vi si adatta oppure vi si impone facendosi scultura, edificio o struttura architettonica. Un lavoro di grande efficacia che al pari di quello di Rousse sintetizza diverse discipline artistiche mettendo la fotografia al centro di una ricerca sul paesaggio e sull'uomo, sulla loro relazione intima e profonda di cui questa mostra vuole fornire alcune delle molteplici possibili chiavi di lettura.
STAY IN TOUCH
Subscribe
Join our email list and be the first to know about special events and more!