Pablo Balbontin
PABLO BALBONTIN
Pablo Balbontίn Arenas, di nazionalità spagnola, nasce nel 1965 a Savona, si laurea in Giornalismo nel 1990 all’Università Complutense di Madrid.
Nel 1994 da Siviglia si trasferisce a Torino, dal 1997 fino alla sua chiusura collabora con l’agenzia fotografica Grazia Neri. Dal 2007 a oggi lavora con lo IED di Torino come professore di fotografia di reportage.
Dal 2008 lavora con il grande formato 4×5 pollici su soggetti di carattere sociale-politico-economico e paesaggistico.
Ha pubblicato tre libri: “I Dannati, Iraq la guerra silenziosa”, “I Custodi della biodiversità”, “Smisurati Giganti? La modernità dell’eolico nel paesaggio italiano”.
La serie “VIDA EXTREMA:RIO TINTO” è un’avvincente ricerca fotografica realizzata nel 2014 nelle famose ed antiche miniere del Rio Tinto, nel sud della Spagna.
I giacimenti minerari del Rio Tinto si formarono nel periodo Carbonifero (300-350 milioni di anni fa) ed essendo uno dei maggiori depositi di minerali pregiati al mondo l’attività mineraria ebbe inizio già 5000 anni fa. Gli Iberi prima, i Fenici poi ed infine i Romani sfruttarono nell’antichità questi giacimenti e nel XIX secolo gli Inglesi li ampliarono, ottenendo una immensa miniera a cielo aperto di ferro, cobalto e magnesio.
Lo sfruttamento continuò fino al 1990 quando la produzione di cobalto iniziò a ridursi e poco dopo anche quella d’oro ed argento. Con la fine dell’estrazione mineraria ci si propose di decontaminare e ricuperare il fiume ed analizzando le acque si fece una scoperta straordinaria : esistevano forme di vita sconosciute, come racconta l’autore.
“Scoprire questo paesaggio lascia attonito qualsiasi spettatore, principalmente per quanto riguarda la vista, ma anche per ciò che concerne l’olfatto. In questo ambiente simile alla superficie di Marte, si realizza un viaggio sospesi nel tempo e nello spazio. A prima vista può apparire un luogo inospitale, ostile e sterile. Ma al di là delle apparenze, ci troviamo in una delle zone più interessanti del nostro pianeta, dal momento che in questo sottosuolo ha origine il fiume più acido della Terra (ph 1,7 -2,5). Il Rio Tinto sgorga infatti dal sottosuolo dopo essersi arricchito di pirite, cobalto, magnesio, argento, rame, zinco, arsenico e di molti altri composti metallici.
Si suppone che questo sia un fiume morto, ma , come sempre, nulla è ciò che sembra essere, ed infatti nelle sue acque si trovano microrganismi estremofili, che si adattano agli ambienti più inospitali e letali per la maggior parte delle altre forme di vita. Questi batteri procarioti ed eucarioti, che si nutrono del ferro contenuto nelle acque, ci indicano probabilmente come ebbe inizio la vita sul nostro pianeta e probabilmente ciò che fu o che forse è ancor oggi il Pianeta Rosso, come confermano le ricerche della NASA e del Centro de Astrobiologia de España.
Dunque questa mia serie di fotografie è una riflessione su quanto ciò che è sterile sia in realtà fecondo, una metafora di quanto l’apparenza della morte possa nascondere forme di vita latenti.”
Media Hora è il tempo medio che i clienti contrattano con le prostitute nei bordelli in Spagna.
La serie “MEDIA HORA” illustra questi luoghi con un occhio diverso, durante il giorno, quando sono chiusi al pubblico, e la luce è forte, dura, crudele e ci svela ogni dettaglio, cosi il nostro occhio scopre un paesaggio diverso, di cuori rotti, di palme di plastica, di camere di sicurezza nascoste, dettagli che di notte le luci al neon nascondono e ci illudono di entrare in paradiso, paradiso artificiale che occulta l’inferno nel quale vivono le donne che sono obbligate a prostituirsi dalle mafia della tratta di persone.
Donne recluse, senza documenti, che per riconquistare la propria libertà devono pagare i debiti economici contratti con le mafie che le hanno portate in Europa.
Non ci sono Personali per questo artista
Non ci sono Collettive per questo artista
Non ci sono Cataloghi per questo artista
Contattaci
Compila il modulo per qualsiasi informazione